Retargeting: come recuperare clienti indecisi

Retargeting è una parola che, a prima vista, può sembrare tecnica, fredda, quasi impersonale.

Ma dietro questa semplice etichetta si nasconde una delle strategie di marketing più calde, umane e coinvolgenti del panorama digitale.

Perché il retargeting, in fondo, non è altro che un modo per riprendere per mano qualcuno che si era allontanato. Un modo per dire: “Ehi, ti ricordi di noi? Siamo ancora qui. E abbiamo qualcosa che può fare la differenza per te.”

La Legge della prima impressione è potente, sì, ma nel marketing digitale c’è un’altra regola altrettanto decisiva: la maggior parte delle persone non acquista alla prima visita. E non perché il prodotto non interessi. Spesso semplicemente non è il momento giusto, o c’è una distrazione, un dubbio, una scheda che si chiude di fretta.

Ed è qui che entra in gioco il retargeting. Questa tecnica permette di mostrare annunci personalizzati a chi ha già visitato il tuo sito o interagito con i tuoi contenuti. È come se, dopo un primo incontro fugace, tu avessi la possibilità di tornare a bussare alla porta con una proposta migliore, più chiara, più centrata. E quando quel “forse” diventa un “sì”, capisci quanto vale una seconda possibilità.

Come funziona davvero il retargeting?

Immagina una cliente potenziale – la chiameremo Laura. Laura cerca online una nuova borsa artigianale, entra nel sito di un brand, naviga qualche minuto, mette un prodotto nel carrello… ma poi chiude tutto. Forse è distratta da una telefonata. Forse vuole pensarci su. Ecco, se il brand ha attivato una strategia di retargeting, Laura vedrà nei giorni successivi annunci della stessa borsa mentre legge le notizie su Repubblica o scorre il suo feed Facebook.

Il bello è che, più interagisce, più il messaggio si affina. Forse il primo annuncio le mostra la borsa. Il secondo, le fa notare che è in promozione per pochi giorni. Il terzo le racconta chi c’è dietro quella creazione artigianale. A quel punto, Laura non sta più guardando una semplice pubblicità. Sta entrando in relazione con un brand. Un legame emotivo si crea. E spesso, è così che nasce la decisione d’acquisto.

Dove fare retargeting? Facebook e Google: due mondi diversi, stessi obiettivi

Le piattaforme principali per fare retargeting oggi sono Facebook/Instagram e Google Ads. Ma attenzione: non sono uguali, né intercambiabili.

Su Facebook, il retargeting lavora soprattutto sulle emozioni.

I contenuti visuali hanno grande impatto, e puoi raccontare storie, mostrare testimonianze, utilizzare video brevi e coinvolgenti. È il posto perfetto per chi vuole fare branding, creare empatia, essere riconoscibile.

Su Google, invece, si gioca sul tempismo. Gli annunci display che appaiono mentre l’utente legge un blog o guarda un video su YouTube, riportano alla mente l’interesse iniziale. È meno storytelling, più conversione. Più “Ti sei dimenticato qualcosa?” che “Vogliamo conoscerti meglio”.

Il segreto? Non scegliere, ma integrarli. Perché Laura – o qualunque cliente tu abbia in mente – non vive in una sola piattaforma. Vive in un ecosistema, e il tuo messaggio deve seguirla in modo naturale, coerente, intelligente.

L’arte di scrivere annunci per chi ha già detto “forse”

Il retargeting ha un vantaggio enorme, sai già che l’utente è interessato. Ma questo non significa che basti ripetere lo stesso messaggio. Anzi. Serve cura. Serve empatia. Serve creatività. Un annuncio efficace di retargeting è come una seconda proposta a un incontro importante. Non puoi tornare con le mani vuote.

Hai visitato un prodotto ma non lo hai acquistato? Mostra un messaggio che spiega perché è il più scelto.

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Ogni azione dell’utente è un indizio. E ogni messaggio di retargeting può essere una risposta personalizzata. Questo è ciò che trasforma un algoritmo in una relazione.

Esempi reali: quando il retargeting fa la differenza

Parliamo chiaro. Nessuno ama le teorie astratte. Quindi voglio raccontarti un paio di casi reali.

1. Un piccolo e-commerce di cosmetici naturali. Avevano tante visite, pochi ordini. Abbiamo creato per loro una campagna di retargeting che mostrava video brevi con le recensioni entusiaste delle clienti. Dopo 3 settimane, il tasso di conversione era raddoppiato.

2. Un centro fitness. Aveva promosso abbonamenti con una campagna Google. Dopo il primo click, però, molte persone non acquistavano. Abbiamo inserito annunci retargeting che mostravano una promo “solo per te che ci hai già visitato”. Risultato? 23 nuovi abbonamenti in un solo mese.

3. Noi stessi, come Agenzia Web. Quando un utente visita la nostra sezione “Siti Web” ma non ci contatta, gli mostriamo un annuncio che racconta i risultati ottenuti da un nostro cliente simile a lui. È un modo sottile, elegante, ma efficace per dire: “Guarda cosa potresti ottenere anche tu.”

Come iniziare oggi una strategia di retargeting efficace

La buona notizia? Il retargeting non è solo per le grandi aziende. Anche tu, con il tuo brand, puoi iniziare subito. Ti servono:

Un sito web ben costruito,

Un pixel di tracciamento installato correttamente,

Una strategia chiara sui contenuti da mostrare a chi ha già interagito.

Ma soprattutto, ti serve una visione: quella di un marketing che non grida, ma dialoga. Che non interrompe, ma accompagna. Che non vende, ma ascolta.

Conclusione: Il retargeting è una seconda possibilità. Usala bene.

Quante volte nella vita hai pensato: “Se solo potessi tornare a parlarci ancora una volta…”? Ecco, il retargeting è esattamente questo: una seconda occasione per costruire una connessione autentica.

Non tutti comprano alla prima. Ma molti comprano alla seconda, se sai come farti ricordare. E noi, alla Made Web Solutions, sappiamo come farlo. Ogni giorno aiutiamo aziende come la tua a non perdere chi ha già dimostrato interesse, trasformando il “forse” in un “sì” consapevole.

Vuoi sapere come potremmo applicarlo al tuo caso? Ti offriamo una prima consulenza gratuita, senza impegno. Ci racconti la tua storia, e noi ti aiutiamo a scrivere il prossimo capitolo.

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